Che genitore sei?

Sappiamo quanto sia importante l’influenza dell’ambiente sulla crescita dei bambini. In particolare, l’atteggiamento ed il comportamento dei genitori giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo di determinate credenze che vengono interiorizzate dai più piccoli e li guidano nelle azioni di ogni giorno.

Come ripeto sempre, non esiste il manuale del perfetto genitore, tuttavia può essere utile avere alcune linee guida che ci aiutino a svolgere uno dei lavori più complessi che esistano.

“E se scopro di aver sbagliato qualcosa?”

Niente panico, gli esseri umani apprendono e si evolvono per prove ed errori e nessuno è qui per giudicare. Ammettere di avere sbagliato è un segno di grande forza perché significa mettersi in discussione, porsi delle domande e cercare di apprendere per migliorare.

Nell’educazione dei figli riveste un ruolo fondamentale lo stile educativo genitoriale, ovvero “l’insieme di atteggiamenti, comportamenti ed emozioni con cui i genitori si rapportano con i bambini” (P. Kendall, M. Di Pietro).

In particolare sembra che alcuni stili educativi possano favorire più di altri l’insorgenza di timori e ansie nei bambini attraverso la trasmissione di credenze e valutazioni poco funzionali.

Vediamo quali sono ed in che modo agiscono:

  • stile iperprotettivo

Viene adottato da quei genitori che pensano:

Mio figlio non deve mai provare la minima sofferenza

e vorrebbero poter rimuovere ogni possibile frustrazione dalla vita del bambino, per evitare eventuali traumi. In questo modo, però, il figlio non sviluppa la capacità di tollerare le frustrazioni ed il bambino rischia di sentirsi sopraffatto in situazioni di disagio, ansioso e poco preparato ad affrontare i momenti di difficoltà. I bambini iperprotetti spesso considerano come “terribili” le conseguenze degli eventi e possono avere dubbi sul proprio valore personale. Inoltre, sentendosi dire pochissimi (o nessuno) “no”, spesso tendono a sviluppare un atteggiamento eccessivamente egocentrico e a compromettere i rapporti con i pari.

  • stile iperansioso

Viene adottato da quei genitori che dicono al figlio frasi come:

Non correre che poi cadi e ti spacchi la testa!”

e si preoccupano in modo eccessivo per l’incolumità fisica dei propri figli, trasmettendo il messaggio che il mondo sia un posto estremamente pericoloso, nel quale le minacce sono ovunquee sia necessario stare sempre all’erta. Questo atteggiamento può portare il bambino a sviluppare timidezza, paure, insicurezze ed un bisogno ossessivo di ricerca di sicurezza e di rassicurazione.

  • stile ipercritico

Viene adottato da quei genitori che tendono ad adultizzare i figli dicendo cose come:

Non essere sciocco, non si fa”

come se il piccolo non avesse il diritto di “fare il bambino”. Questi genitori (spesso cresciuti con un’educazione molto rigida e severa) tendono ad assumere un atteggiamento critico e prevalentemente incentrato sugli aspetti negativi a discapito della lode dei comportamenti positivi e adeguati. L’interazione con il bambino avviene tendenzialmente sotto forma di rimproveri e svalutazioni. Questo stile contribuisce a trasmettere al bambino una costante paura di sbagliare associata al timore di ricevere disapprovazione. A livello sociale, i figli cresciuti in questo modo possono avere la tendenza ad isolarsi, evitando le situazioni per non esporsi ad eventuali giudizi negativi ed alimentando un senso di scarsa autostima.

  • stile perfezionistico

Viene adottato da quei genitori che trasmettono il messaggio:

Bisogna riuscire bene in tutte le cose”

Anche senza dirlo esplicitamente, i genitori perfezionistici esigono elevati livelli di prestazione dai propri figli, a prescindere dalla difficoltà del compito. Tutto ciò che non è perfetto viene considerato sbagliato o poco degno di nota ed il valore del bambino (e del genitore stesso) viene misurato sulla base dei successi conseguiti. I figli tendono così a pensare di doversi meritare l’amore attraverso la performance e diventano essi stessi perfezionisti, arrivando a sperimentare un’ansia molto intensa di fronte a compiti più impegnativi e considerando l’errore come qualcosa di catastrofico.

  • stile incoerente

Viene adottato da quei genitori che hanno la tendenza ad agire sulla base del loro umore, gratificando o punendo il bambino a prescindere dal suo comportamento effettivo:

“Qualsiasi cosa io senta di fare, è giusta”

Talvolta si tratta di genitori che reagiscono in modo differente di fronte al medesimo comportamento del figlio, generando confusione e insicurezza nel bambino. Quest’ultimo si ritrova ad essere privo di punti di riferimento, sviluppando insicurezza e ansia ed esponendosi maggiormente a condotte non adeguate.

Ma allora, qual è l’atteggiamento migliore?

Se è vero che lo stile perfetto non esiste, ci sono però alcuni punti utili da tenere a mente seguendo la regola delle 10C:

  • Chiarezza nelle regole

  • Coerenza e Costanza nell’applicazione delle regole e delle loro Conseguenze

  • Capacità effettive: il bambino deve essere posto di fronte a sfide adatte alla sua età e alla sua maturità e deve poter tentare e fallire senza che il genitore si sostituisca a lui in ogni cosa;

  • Condivisone e Comprensione emotiva: è necessario riconoscere e rispettare le emozioni del bambino, evitando di utilizzarle come “arma” o come minaccia nei suoi confronti;

  • Evitare di far leva sul senso di Colpa

  • Evitare i Confronti con gli altri

  • Respirare profondamente e cercare di mantenere la Calma.

 

E voi, che tipi di genitori siete o pensate di essere? Che tipo di genitori avete avuto?

 

Dott.ssa Chiara Bosia

Psicologa Psicoterapeuta

Cognitivo Comportamentale

Torino